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Giacomo Becattini

on Giovedì, 26 Gennaio 2017. Posted in Notizie

Professore emerito dell'Università di Firenze, è venuto a mancare sabato 21 gennaio 2017

Giacomo Becattini

Il Prof. Becattini era uno dei più noti economisti italiani a livello internazionale.
Subito dopo la laurea in economia presso l'Università di Firenze ha iniziato la carriera accademica come assistente del Prof. Alberto Bertolino. Docente all'Università di Siena dal 1963, nel 1968 è tornato a Firenze come professore ordinario, dove ha mantenuto la cattedra di economia politica sino al 1999. È stato fra i fondatori dell’IRPET (Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana), di IRIS (Istituto di Ricerca e Interventi Sociali) e della "libera scuola" di Artimino sullo sviluppo locale.

 

È stato Accademico dei Lincei, dei Georgofili e della Colombaria, membro di numerose altre accademie e società scientifiche italiane ed estere. Costante è stato il suo impegno nel dibattito politico-culturale, testimoniato dal periodo come consigliere del Comune di Firenze, dalle collaborazioni con varie testate giornalistiche, e in particolare dalla co-direzione per tanti anni de Il Ponte, rivista di politica, economia e cultura fondata da Piero Calamandrei..

È stato insignito di numerosi premi e onorificenze, fra cui il premio internazionale della Swedish Foundation for Small Business Research di Stoccolma (http://www.e-award.org/web/2002_Becattini_Sabel.aspx), la Cittadinanza onoraria del Comune di Prato, il Pegaso d’oro straordinario della Regione Toscana. Nel triennio 1993-1995 è stato presidente della Società Italiana degli Economisti. È stato uno dei massimi esperti mondiali del pensiero degli economisti inglesi vittoriani e in particolare di Alfred Marshall. Ha incrociato questi studi con quelli sullo sviluppo economico della Toscana e dell’Italia, dando vita, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, a uno dei filoni di ricerca e di politica economica più fertili degli ultimi decenni, cioè quello che ruota intorno ai concetti di distretto industriale e di sviluppo locale. Tale filone di studi ha acquistato presto risonanza mondiale, combinandosi con il crescente interesse di ricercatori di molti paesi e di molte discipline delle scienze sociali, oltre che di amministratori ed operatori, per un approccio allo sviluppo economico fondato sulla realtà dei rapporti sociali, culturali ed economici nella vita delle società locali, e mirato alla crescita della solidarietà e al rispetto dei beni comuni. Il Prof. Becattini è stato autore e promotore di numerosissime pubblicazioni scientifiche e divulgative su questi temi a livello nazionale e internazionale. La sua ultima raccolta di scritti riassume anche nel titolo il cuore di questo approccio: “La coscienza dei luoghi. Il territorio come soggetto corale”.

Giacomo Becattini ha partecipato fin dalla fine degli anni ’80 al percorso di progettazione dell’Istituto di ricerca IRIS di Prato. Al momento della sua costituzione, all’inizio del 1990, Becattini era uno dei componenti del Comitato Scientifico dell’Istituto, presieduto allora da Alberto Spreafico. Alla fine del 1991, a seguito della prematura scomparsa di Alberto Spreafico, Becattini viene nominato Presidente del Comitato scientifico di IRIS, carica che ricoprirà per un decennio. In quegli anni sono state almeno tre le iniziative che hanno maggiormente caratterizzato la sua attività e quella del direttore (Marco Romagnoli) e del gruppo dei giovani ricercatori dell’Istituto. La prima attività, avviata ancor prima della costituzione di IRIS, fu la costruzione, gestione e svolgimento degli “Incontri pratesi sullo sviluppo locale” (si veda: G. Becattini e F. Sforzi, Lezioni sullo sviluppo locale, Torino, Rosenberg & Sellier, 2002). La seconda importante attività coincide con il coordinamento, svolto insieme a Paolo Giovannini e Raimondo Innocenti, del gruppo di ricerca interdisciplinare incaricato di realizzare gli studi preparatori per il nuovo Piano regolatore della città, quello coordinato, a sua volta, da Bernardo Secchi. I risultati di quei lavori furono pubblicati in un volume a cura di P. Giovannini e R. Innocenti, dal titolo “Prato. Metamorfosi di una città tessile” (Milano, Angeli: 1996). Infine, il coordinamento della stesura dell’ultimo tomo dell’opera, diretta da Fernand Braudel, “Prato: storia di una città”, Il distretto industriale (1943-1993), curato da Becattini, che è anche l’autore del saggio finale. Questa attività avrà poi una ulteriore evoluzione con la “ripubblicazione”, come volume separato, del saggio di Becattini, con il titolo “Il bruco e la farfalla. Prato: una storia esemplare dell’Italia dei distretti.” (Firenze, Le Monnier: 2000).

In quel volume è contenuta una introduzione (Formazione moderna e sviluppo locale), scaricabile qui, che si rivolge direttamente ai pratesi più che ai lettori specialisti. L’intento è di dare una chiave di lettura di questo lavoro, introducendo il concetto di didattica dell’andirivieni, come scrive Becattini. Un moto continuo, sistematico, fra l’osservazione e la riflessione sulle vicende della vita e le letture scientifiche e letterarie. Un moto necessario alla comprensione della realtà e di noi stessi, ma anche un moto che connette costantemente le relazioni sociali interne ed esterne a Prato, le vicende del distretto con quelle del mondo: un sistema aperto.

Infine, riportiamo di seguito un breve e parziale riferimento al suo modo di lavorare che ha contribuito fortemente ad affermare nel gruppo di ricerca dell’IRIS l’importanza delle fonti e della fase di raccolta dei dati rispetto a quella della loro analisi. Nel corso di una intervista Becattini parla del suo orientamento alla ricerca sul campo e dell’importanza che per lui ha avuto l’esperienza diretta dei luoghi e dei loro cittadini.

Che cosa ha rappresentato per te la ricerca sul campo ?

“Un aspetto della ricerca sul campo , che non è apprezzato dagli algidi scienziati dell’economia, è il contatto con la gente comune, per chiarirsi eventi che i numeri non bastano a decifrare. Non voglio dire ch’io abbia coltivato particolarmente le interviste sul campo, ma quando mi è accaduto di avere qualche contatto ravvicinato con protagonisti dell’economia reale, ne ho tratto spesso spunti per riflessioni che, chiuso nella turris eburnea dell’Università, forse non avrei mai fatto.
Per mettere un dito nell’occhio dell’Accademia – sport ch’io pratico da sempre – dirò che tengo quasi più alla cittadinanza onoraria di Prato, che benedice la mia lettura di Prato, che ad alcuni pomposi riconoscimenti accademici.”

[estratto da: “Vivere la Toscana”. Intervista a Giacomo Becattini, di Niccolò Bellanca e Tiziano Raffaelli, in: Giacomo Becattini, Scritti sulla Toscana, Miscellanea (1954-2007), vol. IV, Regione Toscana /Le Monnier, Firenze, 2007, pag. 195.]



I partecipanti agli Incontri pratesi sullo sviluppo locale edizione 1992 sulle scale della Villa Medicea di Artimino. Giacomo Becattini è seduto al centro, alla sua destra Paolo Giovannini e Gabi Dei Ottati, a sinistra in basso Angelo Pichierri e Marco Romagnoli.”